Il nuovo “caso” al Ministero della Cultura: Giorgia Meloni sarebbe «furiosa». E Mattarella in allarme 

«Stavo così bene al Maxxi e l’ultima cosa che pensavo era di sostituire Sangiuliano, al quale anzi tutte le volte che ho potuto ho dato una mano, ho offerto un consiglio che ritenevo utile, ho agevolato la soluzione di un problema… Mica andrei via di notte? Mica pensano che mi dileguo con le tenebre?»: secondo Il Fatto Quotidiano le parole andrebbero attribuite al ministro Giuli, a tavola con un amico. 

«Al solo evocare questa ipotesi (le dimissioni di Giuli ndr) che pure oggi pare oggettivamente lontana, la preoccupazione di Sergio Mattarella si è infittita assai da metterlo in allarme. E Giorgia Meloni? Inquieta, stupìta, la descrivono “furiosa” per non riuscire a tenere a bada la sua ciurma, sempre più anarchica», insiste Il Fatto. 

Poi il quotidiano si chiede: «È vero o falso che Federico Mollicone, presidente della commissione Cultura, aveva proposto di confermare Giovanna Melandri, cioè il nome del Pd, al Maxxi, il museo romano nel quale è invece sbarcato Giuli prima di approdare al Collegio Romano? Ed è vero che quella proposta Mollicone l’aveva avanzata col solo proposito di stoppare Giuli? Ed è vero che Giambattista Fazzolari, il drone ex missino che sorveglia gli affari interni dei ministeri, ha scomunicato Giuli, puntandolo al cuore? (…) Alfredo Mantovano è riuscito almeno nell’armistizio. Che pare – stando a quel che trapela da Palazzo Chigi – sia stato così definito: Giuli conserva il titolo a proporre un nuovo nome per la poltrona di capo di gabinetto, dopo che ben due in poco più di due settimane sono finiti in bocca ai pescecani, ma non ha più l’assoluta certezza che quel nome sarà il prescelto. Punto».