Dagospia – più volte accreditato come il sito più informato in tema di retroscena politici – si chiede a che punto sia «la notte di Matteo Salvini, ora che il sole splende sui successi della signorina Meloni». «Mentre la premier si fa benedire da Donald Trump, vanta la personale amicizia con Elon Musk, si bea degli onori che le sono stati tributati dopo la liberazione di Cecilia Sala – scrive in un report – il povero “Capitone” non ne imbrocca più una (…) è talmente fragile politicamente da permettere a Giorgia Meloni di rifilargli tre ceffoni uno dopo l’altro senza battere ciglio: il congelamento dell’Autonomia differenziata, l’opposizione a qualunque apertura sul terzo mandato dei governatori e infine il no secco alla sua richiesta di voler tornare al Viminale. (…) Salvini incassa, fa buon viso a cattivo gioco, ma sa che corre il serio rischio di saltare in aria con l’implosione della Lega. E deve trovare assolutamente un’exit strategy per uscire dall’angolo». Peraltro in vista delle Regionali venete, conclude Dagospia, «la Liga Veneta potrebbe, in aperta frattura con Giorgia Meloni e i suoi fratellini, presentare una “Lista Zaia”, con un candidato governatore vidimato dal “Doge” (si vocifera possa essere il sindaco Treviso, Mario Conte, suo fedelissimo). Considerato il consenso di cui gode Zaia, una lista civica capitanata da un suo candidato, potrebbe addirittura vincere senza il sostegno di altri partiti. Avanti a un’opzione simile, cosa farebbe Matteo Salvini? (…) Di certo, dopo il ”golpetto” sulla spiaggia del Papeete, con cui, invocando ”pieni poteri”, fece saltare il governo gialloverde con Giuseppe Conte nell’estate del 2019, nessuno può sottovalutare l’imprevedibilità delle sinapsi del “Capitone”».