Putin caldeggia l’ascesa dei movimenti populisti in Europa

di Amleto Alfinito - Investigatore della Polizia di Stato 

IL PERICOLO FAKE NEWS Non è problema da poco: ha già mietuto “vittime” illustri negli Stati Uniti. Italiani ed europei debbono prendere consapevolezza di un problema che potrebbe far deflagrare il Vecchio Continente. E respingere la disintegrazione dell’Unione 

L’ondata di populismo che spazza l’Occidente sta rivelando disfunzioni preoccupanti nelle società democratiche. L’uscita della Gran Bretagna dall’UE e l’elezione del candidato repubblicano alla Casa Bianca tratteggiano il ritratto di una società costruita su poteri destinati alla disgregazione. Ed è solo l’inizio. Il paradosso di chi rivendica la «libertà» e l’«indipendenza» dalla «tirannia» di Bruxelles è che rischia di porre i Paesi europei sotto l’influenza di una grande potenza continentale. Dietro questo scenario inquietante, c’è infatti un solo manovratore: Il grande burattinaio. Prima di conoscerlo, è d’uopo un salto indietro di decenni. Trent’anni fa il muro di Berlino divideva l’Occidente. Da una parte, i Paesi sotto l’influenza Usa; dall’altra l’Unione Sovietica. Capitalismo contro Comunismo. Con il crollo del muro tutto è cambiato. Il blocco sovietico si è sfaldato, determinando la fine del Comunismo, fatto che paradossalmente ha messo in crisi anche il Capitalismo. L’illusorio controllo economico e politico di un nuovo ordine mondiale non ha prodotto sviluppo, ma generato accumuli di capitale in poche mani. Nello scacchiere politico mondiale, ci sono leader che perseguono il liberalismo. Promettono meno tasse e un ritorno al patriottismo. I rischi di queste politiche sono il rifiuto dell’egualitarismo, la critica al multiculturalismo e il contrasto all’immigrazione. Una visione che prevede lo schiacciamento delle minoranze etniche. Dietro questo scenario distopico della società c’è un solo grande burattinaio: Vladmir Putin, lo zar bianco. Il leader russo pretende di rimodellare l’ordine internazionale: dalla Siria ai confini europei. Cavalcando l’onda della paura, con il pretesto del terrorismo islamico conduce il mondo verso una nuova congiuntura politica. Per la prima volta nella storia degli Usa, un’altra grande potenza mondiale ha interferito nella campagna presidenziale, favorendo fughe di notizie contro una candidata. Perché Trump è l’uomo giusto per portare a compimento il progetto visionario dello zar bianco. Gli Usa diventano il suo alleato potente, che lascia l’Europa allo scoperto. Consapevole dell’inefficienza di Trump – che con la sua politica machiavellistica rischia di stravolgere la sicurezza mondiale – Putin si candiderà a garante di essa. Agitando lo spettro dell’accerchiamento fondamentalista islamista, lo zar già si sta garantendo il consenso dei leader populisti europei. In Italia, guarda di buon occhio l’ascesa di consensi di Matteo Salvini, a caccia di voti negli ambienti di estrema destra come Forza Nuova e Casa Pound. La strategia è chiara: Putin sosterrà qualsiasi tipo di forza euro-scettica, insofferente verso entità sovrannazionali come l’euro e l’Unione europea, perché vuole un’Europa divisa. La Russia, capace di muoversi in modo molto spregiudicato, non avrebbe difficoltà a finanziare opere di destabilizzazione e spionaggio digitale, per spostare centinaia di migliaia di voti. Attraverso la creazione e la manipolazione di fake news sui social e la divulgazione di dossier su candidati e partiti. Questo favorirebbe la creazione di governi satelliti della madre Russia. A quel punto lo zar potrà offrire al mondo il suo aiuto nella lotta contro il terrorismo, nei panni di unico risolutore. 

Rewind 2016_2023 Articolo pubblicato su Romanotte nel 2018