Hamas non conferma la morte di Yahya Sinwar, ma si affretta a sostenere che «non può essere eliminato con l’uccisione dei suoi leader». «Hamas è un movimento di liberazione guidato da persone che cercano libertà e dignità, e questo non può essere eliminato» afferma Basem Naim, membro senior dell’ufficio politico. Intanto il corpo di Yahya Sinwar, si trova adesso in un luogo segreto in Israele. L’autopsia ha confermato che è stato ucciso da un colpo di arma da fuoco alla testa.
L’uccisione del leader non sembra porre alcun freno alle violenze: «A un anno dall’inizio del conflitto, il rischio di carestia persiste in tutta la Striscia di Gaza – è l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità – data la recente ondata di ostilità, ci sono crescenti preoccupazioni che questo scenario possa materializzarsi: quasi 133 mila persone sono vittima di un’insicurezza alimentare catastrofica. Il loro numero, senza interventi immediati, è destinato a triplicare da qui ad aprile». Anche la Russia si dice preoccupata per le conseguenze sulla popolazione civile in Libano e a Gaza. In particolare dopo l’eliminazione del leader di Hamas Yahya Sinwar. «La cosa principale per noi sono le conseguenze per la popolazione pacifica. Abbiamo serie preoccupazioni a riguardo – afferma il portavoce del Cremlino – il disastro umanitario che si osserva sia a Gaza che in Libano è oggetto della nostra seria preoccupazione»