«Non credo che Musk abbia voluto fare il saluto romano. È indubbio che negli ultimi due anni si sia spostato verso una visione populista più nazionalista, ha sostenuto Milei in Argentina, è amico di Giorgia Meloni. È parte di una tendenza verso un sentimento populista di marca nazionalista e anti-immigrazione», è affascinato dalle figure autoritarie, che «vede come persone di azione, all’opposto dei burocrati» e «crede che, sia che si tratti di esplorazione spaziale o di nuove forme di energia, dobbiamo incoraggiare l’imprenditorialità»: Walter Isaacson, autore di biografie prestigiose, fra le quali quella di Elon Musk, ne traccia il profilo per La Stampa. Mask «legge libri di storia, è appassionato di Napoleone, ma la maggior parte delle notizie le legge online, non si fida dei media tradizionali». Di Trump nel suo libro diceva che era «un ciarlatano, un imbonitore carnevalesco, un fantasista. E che gli ricorda suo padre, non esattamente un complimento. All’inizio ha sostenuto Ron DeSantis, ma quando ha capito che Trump sarebbe stato il candidato si è spostato su di lui». «È estremo, totalizzante e mentre fa le cose non si preoccupa dei danni che fa, delle macerie che lascia per strada, il che va bene forse per le sue aziende, ma è problematico nella società, quando hai bisogno di equilibrio tra varie forze. Ecco, non è molto bravo a ottenere equilibri». E’ affetto da personalità multiple: «Può essere molto entusiasta, ma può anche diventare molto dark in quello che la sua ex compagna Grimes chiama “modalità demone”».