La Rai schiava dei partiti? Il Giornale lancia l’idea di privatizzarlaLA

Ci risiamo, scrive il Giornale. Menzogna e malafede sono tornate a farla da padrone nel dibattito sulla Rai. Bavaglio, l’ora del silenzio, censura, interferenze, stop alla libertà di parola e tanto altro ancora leggiamo sui giornali-megafono della sinistra, ormai solo capace di alzare polveroni su casi inesistenti ma che cade miseramente quando si tratta di argomentare sulla gestione del bene pubblico. Ora nel mirino c’è la Rai, nuovo Belzebù al servizio delle destre che con ferocia sta uccidendo la libertà di parola nel nostro Paese, quando in realtà mai come oggi i campioni della sinistra si sono potuti esibire con tanta ampiezza di espressione. E non sarà certo la leggerezza di un qualche servo sciocco a snaturare l’essenza della Rai, da settant’anni gestita sempre allo stesso modo – siano le destre, il centro o le sinistre a guidare il Paese – dai 17 Parlamenti che si sono succeduti in quell’arco di tempo. Né è concepibile che la Tv di Stato sia buona solo quando le assunzioni e le nomine alla guida dei tg nascono a sinistra, una pretesa francamente inaccettabile. E dunque, se il problema è l’impossibilità di una conduzione che risponda alle aspirazioni dell’intero arco parlamentare, secondo alcuni per liberarsene basterebbe vendere, privatizzare: solo così si avrebbe la garanzia di una gestione non sfacciatamente dipendente dalla politica.