Viganò, scomunicato per scisma: ho paura per la vita. Bergoglio voleva togliersi di torno chi sapeva troppo

Accusato di scisma e scomunicato, già ai tempi del cardinale Bertone – di cui Benedetto XVI, afferma lui, «era succube» – l’arcivescovo Carlo Maria Viganò denunciava i mali interni della curia.

Viganò finì sotto processo in Vaticano per aver dichiarato di non riconoscere né l’autorità di Francesco né il Concilio Vaticano II: delitti considerati fra le Mura di gravità inaudita. In un’intervista rilasciata al Messaggero afferma adesso di aver timore per la propria vita. 

«Dopo la diffusione del mio memoriale sul caso McCarrick (cardinale condannato per pedofilia ndr) nell’agosto 2018 un mio contatto dagli Stati Uniti mi avvertì che la mia vita era in pericolo: per questo non risiedo in un luogo fisso» spiega al Messaggero. «Non voglio fare la fine del cardinale Pell, né del mio predecessore a Washington, il nunzio Pietro Sambi» accusa. «Sambi morì in circostanze mai chiarite, dopo un banale intervento. Il certificato di morte rilasciato alla Nunziatura non spiegava le cause del decesso di Sambi al quale non venne mai effettuata un’autopsia». 

(…) «Bergoglio deve a McCarrick la sua elezione e anche per l’Accordo segreto sino-vaticano, fortissimamente voluto dai Gesuiti e dall’establishment democratico, è notorio il ruolo dell’ex cardinale di Washington. La punizione nei suoi confronti decisa solo nel 2019 servì a salvare la reputazione al pontificato».

(…) «Se avessi taciuto avrei mancato gravemente ai miei doveri di vescovo come purtroppo fanno tanti miei confratelli. Aggiungo una cosa. Con la scomunica che è palesemente invalida si è voluto in qualche modo condannarmi a morte, ma la verità non può essere uccisa».