Susan Sarandon: «Le vere dive sono tutte italiane: Anna Magnani, Mangano e la Loren»

Anche lei ha dovuto difendersi dalle spicce avances di un aiuto regista in carriera. È sufficiente guardarla in faccia per immaginare come andò a finire. Susan Sarandon è una forza della natura. E non solo davanti alla macchina da presa.

Togliamoci subito il dente, signora: i fatti osceni di questi giorni dimostrano che c’è ancora l’esigenza di una lotta femminista. In cosa si differenzia da quella storica degli Anni 70?

Lo spirito è rimasto lo stesso. Come nota giustamente lei, sono cambiate le battaglie. In più, forse, ci si mette più forza. E quando è lecito una maggiore dose di umorismo. Al tempo del mio esordi si era quasi costrette a scegliere tra lavoro o famiglia, oggi è scontato che si possa riuscire a fare le due cose insieme.

Mi viene in mente la sua interpretazione di “Thelma e Luise”: ha contribuito al cambiamento dell’universo femminile. Durante la lavorazione lo percepiva?

Direi di si, sebbene il progetto iniziale del film prevedeva poco più che una piccola storia: qualcosa che neanche nelle intenzioni degli sceneggiatori avrebbe dovuto avere così ampia risonanza. Dirò di più: la pellicola generò addirittura malcontento per come la figura femminile veniva rappresentata. Accusarono il film di essere un’istigazione al suicidio. Personalmente non l’ho mai creduto.

A questo punto viene da chiedersi di cosa, in effetti, parlasse il film secondo la sua personale opinione?

Parlava di potere e di scelte della donna in una società che era non solo bianca, ma anche profondamente maschilista: ecco perché, ai tempi, apparve come un insulto. Ora, per fortuna, le donne al cinema hanno voce, fanno squadra.

Cosa è veramente cambiato?

Quando fu presentato sugli schermi, il film non fece grandi incassi. Ora il genere girl power, è rappresentato sempre più spesso. Diversamente da come, purtroppo, accade nella vita, nella magica Hollywood può essere sufficiente un solo film per far cambiare tutto.

Si diventa diversi davanti alla macchina da presa?

Molti dei miei colleghi attori non lo vogliono ammettere, ma ci metti sempre un minimo di te stesso in quello che interpreti. Sulla scena ci si mette a nudo: si apre totalmente l’anima. Nello stesso modo in cui ci si apre verso l’esterno quando si ama qualcuno. Per me ogni progetto è un modo per cambiare la prospettiva con cui guardo il mondo. Un attore ha il dovere di dare voce e volto agli altri.

Quali altre attrici o meglio dive lei ammira?

Mi saltano subito in mente tre dive italiane: Anna Magnani, Silvana Mangano e chiaramente Sofia Loren. Con lei Ho avuto il piacere di aprire le Olimpiadi di Torino.

Ci sono differenze di trattamento economico tra attori e attrici?

Ricordo che durante un set, a metà della realizzazione del film, mi accorsi che due colleghi attori avevano un compenso maggiore rispetto al mio. E per giunta mi avevano anche chiesto di occuparmi di promozione in misura maggiore rispetto alla loro. Comunque mi dissi che la colpa era mia e del mio agente, perché non ci eravamo informati prima.

Rewind 2016_2023 Articolo pubblicato su Romanotte nel 2018