Sovraffollamento carceri: il convegno promosso dall’Associazione Uniti nel Fare. All’11/4 la concentrazione è al 133%. Lettera testimonianza di Gianni Alemanno e Fabi Falbo

Si è svolta a Roma a piazza Montecitorio presso Ceo for Life il convegno “Sovraffollamento nelle carceri: è ancora emergenza” promosso dall’Associazione “Uniti nel Fare” presieduta da Renata Polverini. Nel corso del convegno si è discusso del grave problema del sovraffollamento degli istituti di pena. La panoramica fotografa che all’11 aprile 2025 in Italia sono detenute 62.323 persone a fronte di una capienza regolamentare di 51.281 posti. Poiché dei 51.281 posti ben 4.494 non sono disponibili il tasso di affollamento è al 133,206%. In apertura del convegno Renata Polverini, con evidente emozione, legge un messaggio testimonianza di Gianni Alemanno e Fabi Falbo, uno scritto a lei diretto. Una lettera incisiva.

  • «E’ un atto di coraggio civile e di sensibilità sociale denunciare nuovamente la situazione insostenibile in cui vivono più di 62.000 persone detenute, con un sovraffollamento carcerario che oscilla tra li 150% e li 200%, una evidente e ripetuta violazione dei diritti umani e dei principi costituzionali che interpretano le pene come uno strumento di riabilitazione – è scritto nel documento – siamo reduci da un dibattito parlamentare sulla situazione carceraria, che si è risolto in uno scontro tra opposti schieramenti politici, invece di essere un confronto reale sulle radici e sulle conseguenze del problema che abbiamo di fronte». «Anzi, oggi le carceri sono perfetti strumenti per aumentare la recidiva, mentre è solo un’illusione quella di risolvere il problema costruendo nuovi istituti penitenziari. Per questo è interesse di tutti i cittadini, e non solo di noi detenuti, trovare una soluzione, tornando a far coincidere principi costituzionali e concrete urgenze della nostra società» (leggi ll’intera lettera in calce). 

Al convegno sono intervenuti il Sen. Francesco Paolo Sisto (Vice Ministro della Giustizia) Rita Bernardini (Presidente Associazione  “Nessuno tocchi Caino”), l’Avvocato Irma Conti (Componente del Garante Nazionale delle Persone Private della Libertà),  l’Avvocato Cesare Placanica (già Presidente della Camera Penale, Cassazionista), l’Avvocato Luigi Pelaggi (Avvocato Cassazionista), a moderare Philip Willan (Corrispondente del Times) che ha bel illustrato le differenze del sistema carcerario italiano da quello inglese. 

  • La situazione nelle carceri italiane rimane critica con una crisi sociale e umana sempre maggiore, le misure adottate finora non sono sufficienti per garantire condizioni di vita dignitose ai detenuti. Urgente un intervento riformatore.  Questo fenomeno non è solo una questione di diritti umani, ma rappresenta anche un grave rischio per la sicurezza e la salute dei detenuti e del personale penitenziario. Le strutture carcerarie, già in condizioni critiche, si trovano a fronteggiare un numero di detenuti ben superiore alla loro capacità. Questo sovraffollamento genera un ambiente di vita insostenibile, compromettendo il diritto alla dignità e al trattamento umano delle persone private della libertà. Inoltre, le condizioni disumane in cui sono costretti a vivere i detenuti possono portare a tensioni interne, violenze e un aumento del rischio di recidiva.
«Il sovraffollamento delle carceri è una ferita aperta nella nostra società – afferma Renata Polverini. Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a una situazione che viola i diritti fondamentali delle persone. È tempo di agire, di rivedere le politiche penali e di garantire un sistema che non solo punisca, ma anche riabiliti». «Dobbiamo prendere atto che c’è un numero assolutamente superiore di detenuti nelle carceri italiane rispetto alla capienza regolamentare, la competenza non è solo dello Stato ma anche delle Regioni. Le Regioni possono fare molto per creare una maggiore armonia nelle carceri». «E’ importante costruire nuove carceri ma i tempi diventano più lunghi, è importante dare risposte immediate e trovare soluzioni pratiche al sovraffollamento che è un dramma – ragiona il senatore Francesco Paolo Sisto (Vice Ministro della Giustizia) lo dico non solo come vice ministro ma anche come avvocato». 
  • La toccante testimonianza firmata da Giovanni Alemanno e Fabio Falbo