«Sto raccogliendo tutti gli errori di giornalisti e politici per poi pubblicare un agile libretto – minaccia il ministro – il mio libro si chiamerà “Le gaffe degli altri”». Un sistema per far dimenticare le sue, che Il Foglio, “malignamente” elenca: le differenze anagrafiche tra Galileo Galilei e Cristoforo Colombo, la londinese Times Square, i tecnicismi del Premio Strega e la lontana militanza a destra di Dante Alighieri che si risciacquò i panni a Colle Oppio (ma forse era Manzoni). Sangiuliano insiste: e «fa i nomi: “Luca Bottura ha confuso un ministro croato con quello di un altro paese. Francesco Merlo ha scambiato Polignano con Putignano e si è inventato la parola innito che non esiste, Paolo Mereghetti sul Corriere ha confuso Gianni Schicchi, quello dell’opera di Puccini, con Riccardo Schicchi, quello di Cicciolina. E vogliamo parlare dei libri di Renzi? Ogni dieci righe un errore: ha collocato una battaglia che si svolse a Pistoia, a Firenze, per licenza poetica. Il più furbo è stato Gramellini che si è consegnato e mi ha detto: è inutile che cerchi errori, te li segnalo io direttamente. Conservo tutto e poi ci divertiremo».