«Vorremmo trovare un senso a BellaMa’ anche se BellaMa’ un senso non ce l’ha»: così esordisce Tv Blog recensendo la nuova stagione del programma condotto su Rai2 da Pierluigi Diaco (ma chi è davvero costui?). E insiste Tv Blog: «(…) L’unica cosa bella di questa prima puntata è stata l’ospite che ha caratterizzato la prima parte dell’appuntamento odierno ossia Stefania Sandrelli, un’ospite di prestigio, senza ombra di dubbio, non valorizzata tra l’altro.
Per quanto riguarda il resto, BellaMa’ si conferma un mezzo mistero della tv italiana al punto che è compito improbo comprendere i motivi per i quali questa sorta di varietà “artigianale”, come sovente viene definito da Pierluigi Diaco, sia riuscito ad arrivare alla terza stagione, stando a quanto abbiamo visto in questi due anni.
Il concetto di “talent show di parola”, qualunque cosa significhi, continua a non convincere e la dicotomia Boomer-Gen Z ha decisamente stancato. (…) Sottolineare costantemente l’artigianalità di un programma è un modo scaltro per celarne le evidenti mancanze. Già dalla sigla iniziale con il corpo di ballo e la band, a BellaMa’ si respira un’aria di approssimazione, per non scrivere altro. Pierluigi Diaco la chiama “improvvisazione”, atteggiandosi quasi a nuovo Fiorello e sottolineando, spesso, la mancanza di scaletta, i pochi mezzi: mettere in risalto i limitati mezzi per attribuirsi implicitamente i meriti di tirare su un programma televisivo con poco.
Il resto è senso dell’ironia da quinta elementare (…) risate inutili e forzate, retorica, tanta retorica (…) e un modo di fare tv da paleotelevisione (“Rai 2, la rete del buonumore!”) (…) conclude Tv Blog.