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Foto: Ufficio stampa Una Nessuna Centomila. Credits: Francesco Prandoni – Luca Brunetti
«Tutti sanno che Amadeus — come del resto Fabio Fazio e gli altri — è andato via dalla Rai perché gli conveniva. È un presentatore impolitico che durante il Sanremo del 2023, quello degli ascolti al 62 per cento, ospitò Mattarella e Benigni e, alle proteste di Salvini che lo maltrattava, rispose: “Se non le piace, si guardi un film”. Fu la timida impennata di un professionista che conduceva programmi solitamente insignificanti e, una volta l’anno, si dedicava all’orgia decorativa del teatro Ariston»: lo scrive Francesco Merlo su Repubblica. E ricorda: «Ovviamente, lo incoraggiammo con divertito stupore, scrivendo che il “professionista dell’iperbole sanremese, quello dell’emozione pazzesca!, anzi fantastica!, anzi leggendaria!, aveva mostrato più nerbo di Enrico Letta, era stato più di lotta di Cuperlo e più di governo di Bonaccini, più uomo di mondo di Calenda, più credibile di Giuseppe Conte”. E che la sua Sanremo era, nientemeno, “la nuova Internazionale Situazionista, il Festival della Nuova Resistenza, l’opposizione più allegra ma più decisa a Giorgia Meloni” e lui “era il dottor Zivago”.Ci furono un paio di cretini cognitivi che fecero finta di non capire l’ironia e davvero misero sulle spalle di Amadeus e del suo “Chissà chi è” le sorti della sinistra, del campo largo, della classe operaia. E ora esultano perché non abbiamo — mi ci metto anch’io — guardato uno spettacolo che non ci è mai piaciuto».