di Massimo Maffei
(collaborazione di Francesca Gambarini)
«È in atto una guerra che mira alla sostituzione delle popolazioni: e il nemico è dentro casa. Papa Francesco e la sua Chiesa sbagliano quando alimentano l’invasione dei profughi. Il loro compito è aiutare i cittadini italiani a superare le difficoltà»
Magdi Cristiano Allam si convertì al cristianesimo, battezzato da Papa Benedetto XVI in piazza San Pietro, nel giorno del Natale. Secondo una tesi che si è diffusa anche all’interno delle Mura, la decisione di Ratzinger di dare la massima visibilità alla conversione del musulmano affilò l’ira degli islamisti. Che, in qualche modo, contribuirono al grande rifiuto di Benedetto. Una tesi, giustappunto, mai avvalorata da alcuna pezza d’appoggio. Oggi Magdi è in “lotta” contro alcune scelte di Francesco.
Magdi, secondo un’opinione diffusa alcune affermazioni del Santo Padre avrebbero portato lo scompiglio in Vaticano: qual è il suo pensiero al proposito?
Sono molto preoccupato: Francesco sta legittimando l’islam.
E cosa c’è di rivoluzionario in questo?
Porre cristianesimo e islam sullo stesso piano delegittima il cristianesimo.
Con quali scelte del Pontefice le è difficile concordare?
Francesco è consapevole del fatto che la quasi totalità dei profughi è di origine musulmana e che l’invasione sta mettendo a rischio la nostra cultura e la nostra religione. C’è una guerra in atto, che mira alla sostituzione delle popolazioni.
Così davvero fosse, cosa c’entra il Vaticano con questi accadimenti?
Lo sbaglio strategico della Chiesa è alimentare l’invasione dei profughi, invece di aiutare i cittadini italiani a superare le difficoltà.
Considerato che oramai lo Stato sociale è soltanto nelle mani delle diocesi, mi sembra una visione esasperata…
Crede? Dall’altra sponda del Mediterraneo i cristiani sono passati dal 90 per cento al 3% della popolazione. Con ogni probabilità, stiamo assistendo al più grande genocidio della storia: eppure nessuno ne parla, neppure la chiesa.
Beh, gli appelli del Santo Padre alla pace non si contano…
E però quando si recò in Grecia sollecitò i vertici di una nazione occidentale in palese difficoltà economica ad accogliere nuovi profughi. Poi tornò a Roma, e portò con sé dodici musulmani finiti in disgrazia e nessun cristiano in stato d’indigenza. Queste scelte fomentano ulteriori disorientamenti tra i cristiani che vivono in quei luoghi dove sono sopraffatti dall’islam.
Lei teme un’islamizzazione dell’Europa?
Esiste un progetto della grande finanza speculativa globalizzata, volto a uniformare l’umanità all’insegna del meticciato antropologico e culturale. L’idea di base è ridurre le persone a semplici consumatori, abbattendo tutte le frontiere e tutte le identità nazionali.
E quale sarebbe il ruolo dei terroristi islamisti in questo quadro? È questa la strategia dell’Isis?
Contano al livello dei burattini del terrorismo, che sono interessati al potere. Sono proprio loro a operare all’interno di speculazioni economiche e finanziarie. State pur certi che nessuno fra gli islamisti di potere indosserà mai una cartucciera e si farà esplodere. Per quanto riguarda i burattini spediti al macello, il lavaggio del cervello è compiuto unicamente con l’impronta religiosa.
Restando sul piano religioso: come dovrebbe comportarsi lo stato italiano nei confronti delle moschee?
Bisogna far rispettare le leggi: non si possono avere luoghi di culto che operano in clandestinità. Se permettiamo che questo avvenga, implode lo stesso Stato di diritto.
E lo Stato dovrebbe entrare anche nella carne viva dell’islam? Ad esempio: come dovrebbe comportarsi in presenza di alcune usanze religiose volte a sminuire il ruolo sociale della donna?
In uno Stato di diritto ci dovrebbe essere un’unica legge. Intendiamoci: non dobbiamo discriminare nessuno, ma neppure dobbiamo autodiscriminarci. In Italia la legge garantisce pari dignità a uomo e donna: è lapalissiano che questo dettato deve valere per tutti. Indistintamente. L’ovvia conseguenza sta nella punizione di coloro i quali impediscono l’esercizio di questo diritto.
Lei ha abbandonato la sua religione d’origine ed è battezzato al cristianesimo da Papa Benedetto: perché?
Ho compreso che i musulmani come persone possono essere moderate: io stesso lo sono stato per 56 anni. Ma ho anche capito che l’islam, in riferimento a ciò che prescrive Allah e che afferma Maometto, non è affatto moderato. Mi sono convertito per amore di Gesù.
Verrebbe da dire da anima libera, a sentirla disquisire, lealmente, contro alcune scelte del Papa…
Mantengo salda una fede interiore, nella quale i valori inalienabili della sacralità della vita, della pari dignità fra le persone e la libertà religiosa restano punti di riferimento inviolabili. In ragione di ciò, esprimo le mie critiche anche alla Chiesa, quando la vedo favorire l’invasione dei clandestini islamici: un evento che finisce per metterla in discussione.
A rischio anche di sfiorare il populismo?
Quello che oggi si etichetta frettolosamente come populismo non è niente altro se non il tentativo di salvaguardare le identità nazionali: è paradossale che un tempo i difensori della nazione venissero definiti patrioti e che ora li si apostrofi come populisti e retrogradi. Dobbiamo capire che il concetto stesso di identità nazionale sta per essere messo seriamente in discussione. Per quanto mi riguarda, ne deriva che mi pongo a favore di tutto quanto ci concede di essere veri padroni a casa nostra.
Rewind 2016_2023 Articolo pubblicato su Romanotte nel 2018