Magalli: il sarcasmo m’ha fatto fuori da Sanremo, ma se Magalli deve fare Baudo, meglio ci vada Baudo

Fermo immagine Rai. Adattamento: Telecorriere

Giancarlo Magalli la polemica ce l’ha nel DNA. Come i pochi artisti con gli attributi che stazionano a pagamento sul piccolo schermo. Alle diatribe verbali ci va a rimorchio. Usando sagacia. E da esse si fa fluidamente trascinare. Per sghignazzare della salacità di una sua battuta, venderebbe l’anima. Anzi, l’ha già fatto. Qualche anno fa fu fatto fuori dalla conduzione del Festival. Pagando a caro prezzo il suo sarcasmo. 

  • Vogliamo cominciare da qui? 

E da altri, nuovi nemici… È vero: qualcuno ebbe terrore della mia conduzione. A lume di naso non fu la dirigenza Rai, ma il gotha discografico. Che è il vero padrone della kermesse. Cantanti e operatori sono impauriti dai conduttori che fanno uso di ironia. Temono si possa applicare ai cantanti. 

  • Messa così è l’ennesima delusione sanremese: a questo punto, ironizzando si può affermare che è facile torni Baudo… 

Pippo ha condotto 13 edizioni, Corrado una. Ha pagato la smania per la battuta. Ma l’edizione che ho preferito fu quella di Vianello. Proprio per l’ilarità su un brano in competizione prese querela da Ivana Spagna. Ma se vogliono che Magalli faccia Baudo, meglio che a presentare ci vada Baudo. 

  • Intanto tu resti ingabbiato: hai condotto la stessa trasmissione per 30 anni… 

Nel nostro mestiere la varietà è utile. E stimolante. Detto questo, meglio la routine in un programma di successo, che cambiare progetto e sbagliare. 

  • “I fatti vostri” resta nella mattina di Rai Due. Fra le polemiche, considerato il mandato “giovane” della rete. Di più grave c’è che, per usare un eufemismo, guarda con attenzione gli altri programmi… 

Siamo tutti figli di “Portobello”. “I fatti vostri” resta originale nell’idea della piazza, dei tavolini, del bar. E nella volontà di far parlare la gente dei fatti che li riguarda. Certo, se si parla di nera sono in 20 a farlo: a Guardì, però, resta la soddisfazione del premio dell’Osservatorio di Pavia. Perché lo fa con rispetto. 

  • Assodato che sei autore apprezzato, potresti costruirtelo addosso un programma adesso che non ne hai uno in Rai. O no? 

La Rai ha smesso di chiedere agli autori di realizzare trasmissioni. Oggi si comprano format e si copiano. Accadesse il miracolo, proporrei un prodotto come “Papaveri e papere”, dove con Baudo dimostrammo il valore del varietà all’italiana. Ma ai vertici manca il coraggio. 

  • E Mediaset?  

Sono nato in Rai. Qui ho contribuito alla realizzazione di programmi passati alla storia della tv. Questa è casa mia. A Mediaset rischierei di essere solo un ospite. In ogni caso: mai dire mai…