La Germania nazista era un Paese sicuro? E’ il paradosso scelto dai giudici del Tribunale di Bologna quando dialogano con la Corte europea di Giustizia in relazione a «gravissime divergenze interpretative del diritto europeo» del decreto del governo sui Paesi sicuri, varato per porre un freno all’azione dei giudici, dopo le mancate convalide dei fermi dei migranti in Albania.
«La Germania sotto il regime nazista era sicura per la stragrande maggioranza della popolazione tedesca – scrivono i giudici bolognesi – 60 milioni di persone vantavano una condizione di sicurezza invidiabile fatti salvi gli ebrei, gli omosessuali, gli oppositori politici, le persone di etnia rom ed altri gruppi minoritari».
A Palazzo Chigi, dove si aggirerebbe una Giorgia Meloni quantomeno interdetta, ribadiscono che «non sono i giudici a poter decidere quali sono i Paesi sicuri. Quello è un compito che spetta al governo» ed è stato dato mandato all’Avvocatura dello Stato di preparare le controdeduzioni da presentare alla Corte di giustizia europea.
Meloni non si aspettava di trovare nelle motivazioni del rinvio alla Corte Ue del Tribunale di Bologna un riferimento alla «Germania nazista». «E’ la prova che certi giudici cercano strumentalmente lo scontro con il governo» avrebbe detto, una provocazione: «Un paragone volutamente esagerato» affermano al quartier generale di Fratelli d’Italia.