Grasso bacchetta Milo Infante: i processi si fanno in tribunale non in tv

«La stampa e la tv hanno il diritto e il dovere di indagare e sottolineare eventuali errori e incongruenze nelle sentenze, non di imbastire processi alternativi basati più sul sensazionalismo che non sui fatti accertati»

Lo scrive Aldo Grasso. Che ragiona: «Per Milo Infante, che a «Ore 14» (Rai2) ha organizzato non si sa quante trasmissioni sulla scomparsa di Denise Pipitone, la colpa del mancato ritrovamento è di alcuni inquirenti. Dino Giarrusso ha fatto un po’ di carriera politica diventando famoso per un servizio televisivo delle Iene contro il regista Fausto Brizzi, nei confronti del quale la procura di Roma aveva poi chiesto l’archiviazione. Potrei citare altre decine di casi simili», ma «chi stabilisce la verità, il giudice o il conduttore? I processi si fanno nelle aule di tribunale e vanno rispettati. La giustizia in uno stato di diritto è forte perché è fredda: si attiene ai codici. La giustizia televisiva è calda, vive di suggestioni, moralismi, supposizioni, spesso di motivi personali legati alla visibilità».