Guccini: il governo Meloni? Certo che è un regime. Non è colpa mia se lei delle mie canzoni non ha capito nulla

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Il governo Meloni? «Certo che è un regime. Non a caso vogliono far sottostare tutti i poteri (a partire dalla magistratura) a quello esecutivo (cioè il governo). Proveranno anche a limare la Costituzione: non dico modificarla, non ne sarebbero capaci, ma limarla sì. Meloni neanche concede più interviste, a meno che non sia da Vespa, dove fa delle figuracce immonde come quella della calcolatrice. Sono illiberali e non accettano critiche, arrivando ad attaccare anche dei “canterini” come me o Vasco. Ci chiedono di “cantare e basta”, ma un cantautore vive proprio delle sue parole e dei suoi punti di vista. Cosa gliene frega ai meloniani se Vasco li critica?»: sul Fatto Francesco Guccini rimette le cose al loro posto dopo che il premier aveva incensato le sue canzoni. «Non è colpa mia se delle mie canzoni non ha capito nulla. Una volta mi telefonò per invitarmi ad Atreju: ma figuriamoci. Stanno provando a sostituire “l’egemonia culturale di sinistra” piazzando cinque sfigati alla cultura, ma non hanno niente. Nessun cantautore di destra. Non è che io, De André e Vecchioni c’eravamo messi in testa di divulgare deliberatamente “la cultura di sinistra”: semplicemente lo eravamo e lo siamo. Non puoi non avere una sensibilità di sinistra per scrivere certe canzoni. La Meloni che mi stima mi ricorda un fascista che mi fermò molti anni fa: centro di Bologna, avevo inciso da poco Radici. Mi fermò un tizio, mi disse: “Io non la penso come te Guccini, ma mi piaci”. E poi mi diede il ciclostilato fresco di stampa de La voce della fogna, un foglio satirico dell’estrema destra. Ecco: questi qua sono usciti dalle fogne, dopo decenni vissuti ai margini, e adesso che sono al potere vogliono vendicarsi. In ogni modo». Antifascista ma mai comunista: «La mia famiglia era democristiana» chiarisce e addirittura: «Mio padre liberale di destra, innamorato di Einaudi e Montanelli. Anch’io sono un liberale, però non alla Malagodi: diciamo alla famiglia Rosselli. Sono un socialista liberale».