«Sicari»: così papa Francesco definì i medici che praticano l’aborto. L’offesa di inaudita gravità, adesso, diventa un caso politico – diplomatico. L’ordine dei Medici di Torino ha inviato una lettera al ministro della Salute Orazio Schillaci e al vicepremier con delega agli Esteri Antonio Tajani per chiedere una posizione ufficiale sulle dichiarazioni e – soprattutto – di valutare eventuali ingerenze del Vaticano negli affari interni italiani.
«Come mediche e medici rispettiamo i diritti riconosciuti dallo Stato, rispettiamo sempre e non giudichiamo le decisioni assunte dalle persone sulla propria salute. Rinnoviamo dunque la sorpresa e il dispiacere che esprimemmo direttamente al Papa nell’ottobre del 2018, quando già allora appellò pubblicamente con il termine “sicari” i medici non obiettori». Concordano con il contenuto della missiva Elly Schlein e Chiara Appendino: «Non si può criminalizzare chi adempie a una legge dello Stato. Piena solidarietà ai medici che attuano la 194» afferma Schlein. «Non solo in Italia se vuoi interrompere una gravidanza devi essere fortunata a trovare un medico che pratichi l’aborto. Non solo il governo colpevolizza a ogni occasione te e la tua scelta. Ora i pochi medici che garantiscono questo diritto vengono definiti “sicari” dal papa senza che nessuno al governo alzi un dito» tuona l’Appendino.
Non bastasse, anche il Belgio fa sentire la sua voce con un comunicato durissimo: «Le osservazioni del papa sono inaccettabili. Non abbiamo lezioni da imparare» taglia corto il premier Alexander De Croo e annuncia di aver convocato il nunzio apostolico per «discutere della questione».