Carini e il ritiro sul ring contro l’androgino Khelif: salvaguardato mia incolumità

«Ero salita sul ring per combattere. Non mi sono arresa, ma un pugno mi ha fatto troppo male e dunque ho detto basta Esco a testa alta. Mi faceva troppo male il naso, non potevo andare avanti e mi sono detta che dovevo fermarmi. Poteva essere il match della mia vita, ma ho dovuto pensare a salvaguardare la mia incolumità. Sentivo di doverlo fare, anche se non ho mai avuto paura di salire su un ring»: in lacrime Angela Carini cerca le parole per spiegare abbandono nel match contro la pugile androgina algerina Imane Khelif alle Olimpiadi. 

Ragiona Angela: «Ho disputato tanti match in nazionale e ho fatto i guanti tante volte anche con uomini, anche mio fratello (Antonio, anche lui pugile ndr), ma oggi ho sentito troppo dolore». 

Anche Il tecnico del pugilato azzurro, Emanuele Renzini, prova a districare il match tra Angela Carini e l’iperandrogina Imane Khelif: «Sarebbe stato più facile non presentarsi, perché tutta Italia da giorni le chiedeva di non combattere. Ma Angela era motivata e voleva farlo. Certo al sorteggio, quando ha conosciuto l’avversaria, mi ha detto: non è giusto. Ma qui oggi non c’è stata premeditazione. Ha abbandonato dopo aver preso un pugno, mi ha detto che non se la sentiva che non voleva combattere. Ho provato a dirle di arrivare almeno alla fine della prima ripresa così ci saremmo confrontati, ma niente».