Alessandra Mussolini: maternità surrogata? Inquisizione frugherà nelle culle. Benedico ius scholae. Bene dimissioni Sangiuliano

«Maternità surrogata. Roccella annuncia controlli ai confini. Neonati fermati in dogana come narcotrafficanti. L’inquisizione ora frugherà nelle culle»: lo scrive sui social Alessandra Mussolini, rivelando la sua avversione alla cultura del governo in carica.

Con Repubblica, che le ricorda le incitazioni a «passare dal’’altra parte» però, Mussolini rimette le cose al loro posto: «Non esageriamo, eh! La verità è che ormai dico quello che penso e che sento. Stando a Strasburgo e non più a Montecitorio mi sento più libera e non ho necessità di trincerarmi dietro gli steccati di bandiera». Così, ad esempio, lo ius scholae «lo benedico, quelli nascono e studiano in Italia: sono più italiani di me, tra un po’. I diritti non vanno concessi, ma condivisi. Dopodiché, però, proprio perché ora sto in Europa, dico che la magistratura ha fatto male a intromettersi sulla storia dei migranti portati in Albania e fatti tornare indietro». 

Sulla maternità surrogata ormai crimine universale, però, proprio non ci sta: «Ecco questo, invece, lo trovo assurdo. Ma quale crimine universale! Io sono per la famiglia in tutte le sue forme e diversità. Un esempio? Chi siamo noi per impedire a una donna di diventare madre, perché magari ha dovuto congelare gli ovuli prima di sottoporsi a una chemioterapia, ma dopo la malattia non è più in grado di portare avanti la gravidanza? Perché anche di questo si parla. Del resto, la Roccella io la conosco bene (…) entrò lei e uscii io dalla Commissione che doveva occuparsi di fecondazione assistita. Io sostenevo la diagnosi preimpianto, per poter puntare sulle cellule meno a rischio in caso di malattie genetiche. Gli altri, invece, volevano che gli ovociti venissero impiantati tutti insieme, “Semmai dopo c’è l’aborto”, dicevano: cosa aberrante, visto gli strascichi che questa scelta ha sulla vita di una donna. Il risultato fu che Gianfranco Fini, che ancora non aveva fatto la sua “svolta” liberal, tolse me e mise Roccella». 

Alessandra ha da dire anche sull’affaire Sangiuliano-Boccia: «Quando l’ho visto al Tg1 fare quell’intervista non potevo crederci, tutto rosso in faccia, col cerotto in fronte. Ma come gli è venuto in mente! Raccontare i fatti suoi in quel modo: fino a quel momento nessuno si era permesso di dare una connotazione sessuale a quella brutta storia. Devo dire che ha fatto bene a dimettersi».